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ComunicazioniPubblicato il 23 aprile 2025

Il terremoto del 2015 e il percorso del Nepal verso la ripresa

Dieci anni fa, un violento sisma di magnitudo 7.8 ha scosso il Nepal, provocando la morte di quasi 9000 persone. Dilli Gubaju, all’epoca lavoratore migrante, ha assistito inerme alla completa distruzione della sua casa al 25 aprile 2015, una sorte condivisa da altri 5 milioni di nepalesi sprofondati in una situazione umanitaria disastrosa. La Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC) della Svizzera ha fornito in loco una risposta immediata a questa catastrofe e ad oggi si impegna per la ricostruzione a lungo termine del Paese.

Un uomo con un giubbotto dell’Aiuto umanitario svizzero dietro a beni di prima necessità avvolti in una rete, tra cui pacchi e taniche di colore bianco. Sullo sfondo si profilano le montagne nepalesi e un elicottero svizzero in volo.

La terra trema in Nepal e la DSC fornisce aiuto d’urgenza

Subito dopo il terremoto, la DSC ha organizzato un dispositivo di aiuto umanitario e ha inviato sul posto un team di sette esperte ed esperti, partiti per il Nepal già il giorno seguente. Oltre 200 tonnellate di beni di prima necessità sono state distribuite tra più di 40 000 famiglie. La maggior parte del materiale fornito comprendeva kit con teloni, corde e legna per erigere rifugi di emergenza, così come martelli e pale per cercare gli averi più importanti tra le macerie. Tra le priorità della DSC figurava anche l’assistenza sanitaria a madri e bambini: il modulo Mother and Child è stato integrato nell’ospedale di Gorkha per garantire lo svolgimento delle pratiche mediche quotidiane, come le nascite.

Questa risposta tempestiva si è rivelata decisiva per coprire i bisogni vitali più urgenti, come la costruzione di alloggi di fortuna e la fornitura dell’assistenza sanitaria di base, nonché per assicurare la sopravvivenza della popolazione colpita. L’Aiuto umanitario è intervenuto rapidamente nella zona dell’epicentro, nei pressi di Gorkha, mentre l’Ambasciata di Svizzera ha prestato aiuto d’urgenza nelle altre regioni, in particolare quelle in cui era già attiva con i suoi progetti. Questa stretta collaborazione ha permesso di distribuire gli aiuti in modo efficiente, in funzione delle esigenze più impellenti. Durante la fase di emergenza, durata 40 giorni, sono stati impiegati in tutto 70 specialisti e specialiste del Corpo svizzero di aiuto umanitario (CSA).

La foto ritrae un camion su cui sono stati fissati beni di prima necessità provenienti dalla Svizzera. Si riconoscono molti pacchi bianchi, materiale da costruzione e lunghe aste.

La DSC garantisce un sostegno a lungo termine

Ma la Svizzera non si è limitata a prestare aiuto durante la fase acuta dell’emergenza: nel quadro di una seconda fase, la DSC sostiene il Nepal con programmi di ricostruzione a medio e lungo termine per un totale di 25 milioni di franchi. Il fatto che la Svizzera fosse da molto tempo attiva nel Paese è stato un vantaggio a tale scopo. Nel corso degli anni, la DSC ha finanziato progetti volti a ottimizzare le infrastrutture, rendere le abitazioni più resistenti ai terremoti e promuovere la prevenzione delle catastrofi. Particolare attenzione è stata rivolta alla ricostruzione di scuole, strutture sanitarie e infrastrutture importanti come anche di monumenti culturali. Le autorità locali sono inoltre state formate nel campo dell’anticipazione e della gestione delle catastrofi per consentire al Nepal di prepararsi al meglio a eventuali disastri futuri.

Dopo il devastante terremoto del 2015, è risultato evidente quanto sia prezioso un partenariato a lungo termine. La Svizzera ha combinato in modo mirato le sue reti e i suoi progetti di sviluppo locali con le competenze specialistiche del suo Aiuto umanitario, fornendo così un contributo tangibile alla ricostruzione, per esempio attraverso la formazione di specialiste e specialisti locali e la promozione di metodi di costruzione antisismici.
Diepak Elmer, capo della cooperazione e capomissione supplente in Nepal dal 2015 al 2019
Nell'immagine si vedono molte persone intorno alle fondamenta di una casa. Indossano caschi protettivi e giubbotti rifrangenti.

Attualmente la cooperazione svizzera in Nepal ruota intorno a tre priorità centrali in materia di sviluppo. La prima riguarda il sostegno al Governo nepalese nell’attuazione della sua nuova Costituzione, fondata su un sistema di governance federale. La seconda concerne lo sviluppo economico in senso lato, soprattutto in relazione al settore privato con la promozione delle piccole e medie imprese (PMI) e della formazione professionale. La terza, infine, è incentrata sulle notevoli sfide cui il Nepal deve far fronte nell’ambito della migrazione della manodopera. La giustizia sociale e integrazione, l’inclusione di genere, così come le difficoltà legate ai cambiamenti climatici, sono temi trasversali di spicco presi in considerazione in tutte le attività.

A seguito del terremoto del 2015, la Svizzera ha combinato in maniera efficace la sua pluriennale esperienza in Nepal con le competenze tecniche dell’Aiuto umanitario. Grazie alla nostra forte presenza in loco e ai progetti già in corso, siamo riusciti a sostenere la ricostruzione in modo efficiente e mirato. Il potenziamento delle capacità locali per la ricostruzione a prova di sisma rappresenta un contributo a lungo termine di cui possiamo andare fieri.
Diepak Elmer, capo della cooperazione e capomissione supplente in Nepal dal 2015 al 2019

28 marzo 2025: un sisma colpisce il Myanmar

Il recente terremoto che il 28 marzo 2025 ha scosso il Myanmar ci ricorda quanto sia importate un aiuto rapido e coordinato in risposta alle catastrofi naturali. Le esperienze raccolte in Nepal dimostrano che l’aiuto d’emergenza e le attività di sviluppo a lungo termine devono far parte di un unico approccio integrato. L’Ambasciata di Svizzera in Myanmar è abituata a operare in un contesto di crisi a causa del conflitto cheormai da anni imperversa nel Paese, e l’Aiuto umanitario della Confederazione è pronto a intervenire tempestivamente.

Il DFAE mette a disposizione ulteriori fondi per l'aiuto umanitario in Myanmar

Contatto

Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC)
Eichenweg 5
3003 Berna