Inondazioni in Armenia: imparare dal passato per anticipare le sfide di domani
Nel maggio del 2024 il Nord dell’Armenia è stato gravemente colpito da inondazioni di portata eccezionale, che hanno causato perdite umane e la distruzione di numerose infrastrutture. Di fronte a questa emergenza, la Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC) ha inviato una squadra di ingegneri ed esperti ambientali del Corpo svizzero di aiuto umanitario (CSA) per effettuare una valutazione tecnica approfondita.

Dalla valutazione sono emersi diversi aspetti. Innanzitutto, in numerosi punti la portata dell’acqua ha superato di gran lunga le capacità previste in fase di progettazione. Inoltre, alcuni interventi recenti di riqualificazione o ampliamento – in particolare riguardanti la rete stradale – hanno contribuito ad aggravare la situazione idraulica. Infine, la scarsa attenzione ai fenomeni di erosione localizzata e l’assenza di misure preventive adeguate in prossimità dei ponti hanno provocato diversi danni, compreso il crollo di numerose strutture. Sulla base di queste constatazioni, è stata formulata la seguente raccomandazione: prima di ricostruire le infrastrutture, è indispensabile definire con precisione i parametri idraulici di base. In questo contesto, sono stati individuati tre ambiti prioritari per sostenere la ripresa e rafforzare la resilienza delle regioni colpite: un’analisi approfondita dell’evento per comprendere meglio le cause della catastrofe e trarne insegnamenti per il futuro, il rafforzamento delle competenze tecniche locali attraverso corsi di formazione mirati nonché la progettazione di ponti pedonali, essenziali per la mobilità della popolazione e per il trasporto delle merci in attesa della ricostruzione dei ponti stradali.
Insieme alla squadra di pronto intervento, Andreas Galmarini e Matthias Ludin sono stati inviati sul posto subito dopo le inondazioni e hanno successivamente elaborato i piani di costruzione di tre passerelle pedonali a Saratovka, Alaverdi e Ayrum. Gli ingegneri del CSA hanno fatto tesoro dell’esperienza acquisita in missioni precedenti per progettare passerelle in grado di resistere alle inondazioni e conformi agli standard tecnici internazionali. Dopo vari scambi con gli attori locali, la DSC ha trasmesso tali progetti alle autorità armene per la fase di attuazione.

Inoltre, la DSC ha organizzato un corso di formazione in ingegneria idraulica e progettazione di infrastrutture resilienti rivolto a ingegneri del Dipartimento armeno delle strade, della Protezione civile, dell’Agenzia nazionale armena per l’acqua e del mondo accademico del Paese. Il corso, tenuto da due membri del CSA, Lukas Hunzinger e Ali Neumann, ha permesso di trasmettere conoscenze pratiche adeguate al contesto locale, contribuendo così a migliorare la qualità delle future opere e a integrare la resilienza nei progetti di costruzione fluviale (piloni e spalle di ponti, protezioni degli argini).
Da parte sua, Christoph Lehmann, ex membro dell’Ufficio federale dell’ambiente (UFAM), ha condotto uno studio sulla catastrofe in collaborazione con l’Accademia statale delle situazioni di emergenza della Repubblica d’Armenia, il Centro di monitoraggio e idrometeorologia armeno e le autorità locali. Lo studio ha esaminato le condizioni climatiche, idrologiche e idrauliche delle inondazioni nonché la gestione della catastrofe e ha permesso di formulare raccomandazioni concrete in materia di governance del rischio, sistemi di allerta precoce e pianificazione territoriale. Gli esiti di questa analisi sono stati ampiamente divulgati presso le istituzioni tecniche e accademiche a livello nazionale e locale, con l’obiettivo di garantire una migliore preparazione alle catastrofi future. I risultati ottenuti si inseriscono in una logica di sostenibilità e di trasferimento di competenze, con un miglioramento del buongoverno locale e della qualità delle future infrastrutture.

In Armenia, la DSC conferma così il suo impegno a favore di un’azione umanitaria basata sul rafforzamento delle capacità, sull’innovazione tecnica e sull’analisi rigorosa dei rischi. Avvalendosi delle competenze del personale del CSA e dell’UFAM come pure della collaborazione con i partner armeni, ha saputo trasformare una risposta d’emergenza in una leva per lo sviluppo sostenibile e la prevenzione delle catastrofi. Grazie a questo approccio proattivo, le lezioni apprese in Armenia potranno ispirare altri interventi in contesti analoghi, dove la prevenzione e il rafforzamento delle capacità locali rappresentano elementi chiave per ridurre la vulnerabilità a fronte dei rischi naturali.
Questa esperienza in Armenia dimostra l’importanza di una risposta rapida ma anche ponderata, che non si limiti all’emergenza immediata, ma si inserisca in un quadro più ampio di gestione dei rischi e di sviluppo sostenibile. Integrando gli insegnamenti tratti dall’analisi post-catastrofe e traducendoli in azioni concrete, il progetto ha permesso di avviare un dialogo tra le istituzioni armene sulle pratiche di costruzione, sull’integrazione dell’ingegneria fluviale nei programmi accademici e sull’importanza di una pianificazione più resiliente.
Con tale approccio, la DSC non si limita a fornire una risposta tecnica, ma contribuisce a rafforzare i legami, le competenze e le responsabilità tra le autorità, le università, il personale specializzato e la popolazione. Questo tipo di intervento aiuta non solo a riparare i danni del passato, ma anche e soprattutto ad anticipare le sfide del futuro.
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