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ComunicazioniPubblicato il 22 maggio 2024

La Strategia di cooperazione internazionale 2025–2028 si adatta al mutevole contesto internazionale

Il Consiglio federale ha proposto al Parlamento l’adozione di quattro crediti d’impegno per un totale di 11,27 miliardi di franchi per il periodo 2025–2028. Questo importo servirà a finanziare i pilastri della cooperazione internazionale, ovvero l’aiuto umanitario, la cooperazione allo sviluppo, la cooperazione economica e la promozione della pace e dei diritti umani. Ecco alcuni punti salienti della nuova strategia.

Il contesto internazionale è segnato da numerose crisi di vario tipo. La crisi sanitaria, la guerra in Ucraina, la spirale di violenza in Medio Oriente, la crisi energetica, l’insicurezza alimentare e i cambiamenti climatici hanno un impatto diretto sulla popolazione mondiale e, di riflesso, sulla Svizzera. Il mondo sta cambiando velocemente: in costante mutazione, la situazione a livello globale rimane instabile, frammentata e imprevedibile. In questo contesto, tutti gli attori – governativi e non – devono dare prova di una flessibilità sempre maggiore. Restare flessibile nella continuità dei suoi impegni è quindi diventato l’obiettivo principale della Svizzera, come emerge dalla nuova Strategia di cooperazione internazionale 2025–2028.

La cooperazione internazionale (CI) è uno degli strumenti con cui la Svizzera, insieme ad altri partner, contribuisce ad affrontare le sfide globali. La CI risponde per esempio a problematiche economiche e strutturali, ai cambiamenti climatici, alle pandemie, alla migrazione irregolare e alla prevenzione dei conflitti e promuove valori che sono alla base della forza della Svizzera: lo Stato di diritto e la democrazia, l’economia di mercato, i diritti umani, il dialogo, la solidarietà, i principi umanitari e il diritto internazionale umanitario, solo per citarne alcuni. In un mondo instabile, la cooperazione internazionale rafforza l’impegno e l’influenza della Svizzera sulla scena internazionale.

Il concetto di «cooperazione internazionale» comprende gli strumenti dell’aiuto umanitario, della cooperazione allo sviluppo, della cooperazione economica allo sviluppo e della promozione della pace e della sicurezza umana. La CI è attuata dal Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) e dal Dipartimento federale dell’economia, della formazione e della ricerca (DEFR), e il suo obiettivo è ridurre la povertà, promuovere i diritti umani e la pace e favorire lo sviluppo sostenibile nelle sue tre dimensioni: economica, ambientale e sociale.

La necessità per la Svizzera di mantenere un approccio flessibile nelle sue azioni e negli impegni assunti è uno degli insegnamenti tratti dalla precedente Strategia CI 2021–2024, che giunge a termine alla fine di quest’anno. Inoltre, i risultati ottenuti dalla CI negli ultimi anni hanno confermato che gli orientamenti definiti nella precedente strategia – ossia obiettivi di sviluppo, focus e focalizzazione geografica – si sono dimostrati pertinenti. La nuova strategia per il periodo 2025–2028 si basa quindi su queste conclusioni.

Pertanto, i quattro obiettivi della Strategia CI 2021–2024 sono stati riconfermati in quella nuova, perché hanno assicurato la flessibilità necessaria per rispondere alle numerose sfide e contribuire ad adempiere efficacemente il mandato conferito. Le quattro regioni prioritarie della Strategia CI 2021–2024 (Africa subsahariana, Asia, Europa dell’Est, Medio Oriente e Nord Africa) sono rimaste invariate. La CI dev’essere quindi intesa come un processo a lungo termine, volto a rafforzare i risultati raggiunti.

Quattro obiettivi: esempi concreti nelle quattro regioni prioritarie

Patricia Danzi incontra le donne in un campo di raccolta.

Africa subsahariana: in Ciad, la CI aiuta a rafforzare le capacità delle istituzioni statali

Il Ciad è uno dei Paesi prioritari della cooperazione bilaterale allo sviluppo della Svizzera. Da molti anni ormai, questo Stato registra uno dei punteggi più bassi dell’indice di sviluppo umano. Le istituzioni statali, come l’amministrazione pubblica, le scuole e il sistema sanitario, sono poco sviluppate. Le sfide regionali e globali come i gruppi armati estremisti, i flussi di rifugiati provenienti principalmente dal Sudan a causa del conflitto nel Darfur in corso dal 2003, e il crescente impatto dei cambiamenti climatici frenano ulteriormente lo sviluppo del Paese.

Attraverso il dialogo politico, il rafforzamento delle istituzioni e gli insegnamenti tratti dall'esperienza sul campo, la Svizzera contribuisce ad aumentare l'efficacia dei sistemi statali e non statali per l'organizzazione e la fornitura di servizi sociali di base, sistemi che sono messi sotto pressione dalle sfide demografiche.

Nel settore dell'istruzione, occorre migliorare la qualità dell'istruzione di base per ragazze e ragazzi. Attraverso il suo programma, la Svizzera sostiene la formazione del personale docente, promuove l'innovazione nei metodi di insegnamento e facilita l'accesso all'istruzione di base per i gruppi vulnerabili grazie a sistemi di apprendimento e insegnamento adattati. Con il suo sostegno, la Svizzera incoraggia la responsabilità dei servizi sanitari pubblici a tutti i livelli e contribuisce a migliorare la conoscenza delle risorse idriche, e quindi la loro pianificazione e utilizzo.

Europa dell’Est: in Serbia, il CI è coinvolto nei processi di riforma volti a rafforzare i valori e gli standard europei

La disgregazione della Jugoslavia negli anni 1990 ha messo a dura prova l’economia e le infrastrutture della Serbia. Da allora il Paese ha già fatto molti passi avanti: nel 2014 sono stati avviati i negoziati per l’adesione all’UE, sono state varate numerose riforme promettenti per l’amministrazione pubblica e per l’economia, e la disoccupazione è in calo. Ma per garantire la prosperità di tutta la popolazione vanno ancora affrontate sfide di notevole portata, in particolare per quanto riguarda lo Stato di diritto, la partecipazione democratica della società civile, la libertà di stampa, le sfide del cambiamento climatico e l'accesso al mercato del lavoro.

La Svizzera si adopera per promuovere una crescita economica sostenibile in Serbia. Da un lato vengono ottimizzate le condizioni quadro per le imprese serbe, in modo tale che possano avere migliori possibilità d’accesso ai mercati esteri e a possibilità di finanziamento, dall’altro, vengono promosse l’innovazione e l’imprenditoria per incrementare la competitività. La Svizzera incoraggia lo sviluppo di un’amministrazione finanziaria pubblica operativa, efficiente ed efficace, che dia conto della propria attività in modo trasparente. Al fine di ridurre l’elevato tasso di disoccupazione, in particolare tra i giovani, e per soddisfare il forte bisogno del settore privato di una forza lavoro qualificata e produttiva, lavora per ampliare l’offerta nel campo della formazione professionale orientata al mercato e rivolta in particolare alle fasce giovanili e ai gruppi svantaggiati.

La Svizzera coordina il proprio sostegno alla transizione a stretto contatto con le autorità locali, altri Paesi donatori e organizzazioni internazionali come l’UE e l’ONU, nonché con le istituzioni finanziarie internazionali (IFI). Tutti i programmi della Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC) e della Segreteria di Stato dell’economia (SECO) includono i principi del buongoverno e della parità tra donne e uomini.

Asia: nella regione del Mekong, la CI contribuisce a rendere la popolazione più resiliente ai cambiamenti climatici

Una donna sorride con gioia durante un corso di prevenzione gestito dalla DSC.

Nonostante la forte crescita economica registrata dall’inizio degli anni 2000, che ha permesso ai Paesi del Mekong di fare passi avanti nella lotta alla povertà, le disparità sono in aumento e colpiscono soprattutto le popolazioni rurali. La pandemia di COVID-19 ha causato una grave crisi economica. I gruppi più vulnerabili, come le donne, le minoranze etniche e gli abitanti delle regioni più remote, sono anche quelli più penalizzati da un modello economico basato sullo sfruttamento non sostenibile delle risorse naturali.

La Svizzera vuole rendere le persone più resilienti ai cambiamenti climatici e alle catastrofi, garantendo un accesso più sicuro ed equo alle risorse naturali (terra, foreste, acqua) e una loro gestione all’insegna della sostenibilità. Nel 2018, per esempio, in Laos il crollo di una diga ha provocato la più grave inondazione mai causata dall’uomo nella storia del Paese e ha danneggiato migliaia di famiglie povere. La Svizzera condivide la sua esperienza in materia di sicurezza delle dighe per allineare maggiormente i quadri normativi e istituzionali agli standard internazionali in questo campo, proteggere le comunità a valle e contribuire alla produzione sicura di energia oltre che alla sostenibilità delle infrastrutture.

Medio Oriente e Nord Africa: in Medio Oriente, la CI promuove la pace e lo Stato di diritto

Vista di Beirut, in Libano, dalla finestra devastata di un appartamento.

I conflitti armati in corso e del recente passato hanno creato in Medio Oriente una situazione caratterizzata da notevoli esigenze umanitarie. La Svizzera invia aiuti e fornisce servizi a tutela della popolazione colpita dalla violenza ed è attivamente coinvolta nella promozione della pace e nella prevenzione dei conflitti. Si adopera inoltre per garantire una gestione sostenibile dell’acqua, un’istruzione di qualità e la creazione di opportunità di reddito per i profughi, gli sfollati nella regione, i migranti più vulnerabili e le comunità ospitanti in Iraq, Giordania, Libano, Siria e Turchia.

L’obiettivo principale della Svizzera in Medio Oriente è creare un ambiente sicuro per le persone colpite dai conflitti e altri gruppi vulnerabili, salvando vite umane e rafforzando la comunità, riducendo la fragilità e creando prospettive di sviluppo. A livello politico la Svizzera promuove il buongoverno e il rispetto dei diritti umani, compresi i diritti dei profughi, e del diritto internazionale umanitario. Sostiene inoltre le attività di prevenzione e trasformazione dei conflitti.

Tre orientamenti strategici

In un mondo mutevole, orientamenti strategici costanti sono determinanti, poiché fungono da bussola per l’impegno della Svizzera in materia di cooperazione internazionale. La guerra in Ucraina e le sue conseguenze occupano un posto importante in questa strategia (lire plus bas), ma la tradizione umanitaria della Svizzera e i suoi interessi impongono di mantenere l’impegno della CI anche nel resto del mondo. L’orientamento della Strategia CI 2025–2028 si basa su tre criteri di analisi.

1,5 miliardi di franchi destinati all’Ucraina (e ai Paesi circostanti interessati dal conflitto)

L’incertezza delle prospettive riguardanti l’evolversi del conflitto in Ucraina e le sue conseguenze economiche e sociali impongono approcci flessibili. L’Ucraina è un Paese prioritario per la CI dal 1999 e l’impegno della Svizzera si fonda su partenariati e attività di lunga data. La Svizzera attribuisce una grande importanza strategica all’aiuto e alla ricostruzione del Paese.

Nell’ambito della CI e con l’aiuto di altri strumenti, contribuisce in modo solidale alla ricostruzione dell’Ucraina e si impegna per una pace equa e duratura. L’intervento svizzero poggia su due direttrici:

  • l’aiuto umanitario, la cooperazione allo sviluppo e la promozione della pace, della democrazia e dei diritti umani;
  • la ricostruzione. Questi due assi di intervento si distinguono non soltanto nella loro dimensione temporale, ma anche nella loro logica politica e finanziaria. A questo scopo è stata stanziata una somma di 1,5 miliardi di franchi.

Coerenza delle politiche

È importante che gli impegni assunti dalla Svizzera nelle sue relazioni esterne siano coerenti. Alcune politiche settoriali della Confederazione si ripercuotono significativamente sui Paesi in sviluppo. Il Consiglio federale si occupa del coordinamento allo scopo di limitare le interferenze negative e di rafforzare l’impatto del proprio intervento. In tal modo garantisce la coerenza delle proprie decisioni. I due dipartimenti incaricati dell’attuazione della Strategia CI (il DFAE e il DEFR) assicurano la piena collaborazione reciproca e con gli uffici a cui fanno capo le politiche settoriali.

Contatto

Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC)
Eichenweg 5
3003 Berna