Salute mentale, pilastro fondamentale di una pace duratura
La Giornata mondiale della salute mentale, celebrata ogni anno il 10 ottobre, sottolinea l’importanza del benessere psicologico per la prosperità di tutta la società. Crisi e conflitti possono causare traumi con effetti a lungo termine sulla stabilità e sulla pace. In Burundi la Svizzera sostiene un progetto di integrazione della salute mentale nell’assistenza sanitaria di base, favorendo così la coesione sociale e il consolidamento della pace.

Il Burundi è un piccolo Stato incastonato tra il Ruanda, la Tanzania e la Repubblica Democratica del Congo (RDC). Situato nel cuore della regione dei Grandi Laghi africani, condivide una storia comune con i suoi vicini: il Ruanda e la RDC. Con i suoi paesaggi collinari e montuosi, il Burundi offre uno spettacolo unico con la sua verdeggiante e rigogliosa vegetazione. La popolazione burundese vive praticamente solo di agricoltura e la povertà continua purtroppo ad attestarsi a livelli elevati. Nel 2022 il Paese si classificava al 187° posto su 193 in termini di sviluppo umano (Human Development Index, HDI). I conflitti del passato hanno lasciato profonde cicatrici sulla salute mentale delle persone e i servizi sanitari non sono sufficientemente equipaggiati per rimarginarle.
Dal 2019 la Svizzera sostiene un progetto per l’integrazione della salute mentale nell’assistenza sanitaria di base. I risultati di un’indagine condotta nelle quattro province interessate dal progetto hanno dimostrato che più del 70 per cento della popolazione soffre di traumi psichici riconducibili in particolare alle diverse crisi che hanno travolto il Paese. Alcune fasce della popolazione – come le donne, i giovani e i membri delle forze di difesa e di sicurezza – sono particolarmente toccate da questa problematica.
Curare i traumi per garantire una pace duratura
I traumi vissuti ma non elaborati, o elaborati solo in parte, sono tra le principali cause della recrudescenza della violenza nel Paese. Violenza che ha avuto gravi conseguenze socioeconomiche sul lungo periodo per le persone e per la società nel suo insieme. Tali traumi possono in effetti scatenare riflessi violenti e innescare così nuovi conflitti. È fondamentale che le persone affette da malattie mentali post-traumatiche possano ricevere l’assistenza, il sostegno e le cure di cui hanno bisogno da personale specializzato presso una struttura adatta alle loro esigenze.
Rafforzare la cura delle malattie mentali è un aspetto centrale del contributo svizzero a favore della coesione sociale e del consolidamento della pace in Burundi.
Integrare la salute mentale nell’assistenza sanitaria di base
Il progetto sostenuto dalla Svizzera mira a rafforzare il sistema di domanda e offerta di assistenza in materia di salute mentale nelle strutture di cura esistenti. L’integrazione permette di identificare e trattare le patologie mentali in modo immediato, tutelando così le persone dalla stigmatizzazione che spesso accompagna queste malattie. Ha inoltre il vantaggio di offrire un’assistenza olistica alle e ai pazienti.
Grazie alle competenze specialistiche acquisite in altri contesti, come nel vicino Ruanda o in Europa dell’Est, e alle conoscenze degli attori nel campo della salute mentale e del sostegno psicosociale maturate nel quadro del suo programma tematico nella regione dei Grandi Laghi, la Svizzera si posiziona come un attore chiave in questo settore.

Sfatare i tabù legati alle malattie mentali
La sensibilizzazione e la prevenzione sono al centro di questo progetto. In veste di partner, l’ONG THARS (Trauma Healing and Reconciliation Services, Servizi di riconciliazione e guarigione dei traumi) svolge un lavoro fondamentale presso le comunità, sensibilizzandole e informandole sulle malattie psichiche. Queste attività di sensibilizzazione contribuiscono a identificare e aiutare le persone afflitte all’interno delle comunità, incoraggiandole a consultare il personale sanitario specializzato in caso di bisogno.
Per esempio, grazie al sostegno fornito dalla Svizzera al Centro neuropsichiatrico di Ngozi, provincia del Nord del Burundi al confine con il Ruanda, le psicologhe e gli psicologhi di THARS organizzano regolarmente scambi di opinioni con le comunità della Collina Mubuga (in Burundi una «collina» è una suddivisione amministrativa che corrisponde all’incirca a un villaggio) per discutere di salute mentale. Questi incontri consentono non solo di sfatare i tabù sulle malattie psichiche, ma incoraggiano anche la popolazione a porre domande.
Troppo spesso le malattie mentali sono ancora oggetto di stigmatizzazione e incomprensioni, e chi ne è affetto esita dunque a cercare aiuto. «Grazie agli sforzi di sensibilizzazione e prevenzione a livello comunitario, il numero di visite mediche è aumentato», spiega un infermiere del Centro neuropsichiatrico di Ngozi, dove sono in cura persone affette da varie patologie quali epilessia, psicosi, depressione, disturbo bipolare, disturbo da stress post-traumatico o tossicodipendenza.
Uno degli obiettivi dell’iniziativa è sfatare i tabù legati alle malattie mentali e lottare contro la stigmatizzazione migliorando le conoscenze e l’accettazione nelle comunità. In quanto ONG locale specializzata nella gestione dei traumi psicologici, THARS si distingue per le sue conoscenze approfondite del contesto, della società e della storia burundesi. Queste competenze le permettono di potenziare le capacità dei vari attori coinvolti, agevolando così il processo di riconciliazione e di trasformazione dei conflitti.
Formare per migliorare le cure
In Burundi c’è una carenza di personale qualificato nel campo della salute mentale e del sostegno psicosociale. Vi sono pochissimi psichiatri e professionisti del settore, il che limita la capacità di fornire cure adeguate. Una delle priorità del progetto sostenuto dalla Svizzera è rafforzare le competenze del personale nella presa in carico delle malattie psichiche, offrendo perfezionamenti e formazioni sul posto di lavoro al personale medico e infermieristico.
Per esempio il Centro neuropsichiatrico di Ngozi impiega 17 persone, tra cui medici generalisti e personale infermieristico formato in psichiatria. Il Centro riceve sostegno sotto forma di potenziamento delle capacità, ma anche di attrezzature mediche. In questo modo è meglio equipaggiato per rispondere alle esigenze della popolazione. Alle persone più svantaggiate viene rilasciata una tessera assicurativa che facilita l’accesso alle cure concedendo loro agevolazioni significative, in particolare per quanto riguarda i trattamenti medici, che sono costosi e difficili da ottenere.
Canto e musica, un balsamo per lo spirito
Al Centro neuropsichiatrico di Ngozi, come negli altri due istituti di questo tipo nel Paese, la musicoterapia – ossia l’utilizzo del canto e della musica – è impiegata per trattare i traumi psichici. Questi metodi apportano benefici sul piano emozionale alle persone malate e le aiutano a ristabilire, preservare e migliorare la loro salute mentale, fisica ed emotiva. Parallelamente, attività manuali come il lavoro a maglia o cesti – una forma di occupazione terapeutica - consentono alle e ai pazienti di ridare un senso alla propria vita, di sentirsi utili e di riprendere fiducia in se stessi.

Bujumbura punta i riflettori sulla salute mentale
La salute mentale sarà al centro di una conferenza che si terrà il 29 e il 30 ottobre 2024 a Bujumbura, in Burundi. L’evento riunirà esponenti del mondo scientifico, pazienti guariti, rappresentanti di organizzazioni della società civile attive nel settore del sostegno psicosociale e della salute mentale nonché di organizzazioni di beneficiari e rappresentanti delle strutture statali e sanitarie. Organizzata dal Ministero della salute pubblica e della lotta contro l’AIDS, in collaborazione con la Scuola dottorale dell’Università del Burundi e l’ONG HealthNet TPO, la conferenza sarà incentrata sul tema «La salute mentale per la pace e lo sviluppo sostenibile in Burundi». Con il sostegno finanziario della Svizzera, mira a riposizionare la salute mentale quale priorità in ambito sanitario nel Paese.
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