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ComunicazioniPubblicato il 30 luglio 2021

Svizzera e Tagikistan: due decenni di apprendimento continuo

Dopo oltre vent’anni si conclude il partenariato tra la Svizzera e il Tagikistan nel settore sanitario. Non c’è bisogno di andare fino in Asia per scoprire qualcosa di più su questa lunga storia. In Svizzera, due medici attivi in programmi di cooperazione nell’ambito della formazione del personale medico ci parlano delle loro esperienze. La collaborazione tra professionisti del settore ha dato un’importante spinta al cambiamento.

In un ospedale in Tagikistan, il personale medico sta svolgendo una formazione. Sul tavolo alcuni manichini e strumenti medici.

Per la Divisione Eurasia della Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC) è tempo di fare un bilancio delle sue attività. Il 2021 segna infatti il 30° anniversario della collaborazione tra la Svizzera e i Paesi dell’ex Unione Sovietica, di cui fa parte anche il Tagikistan, dove si è appena concluso un partenariato nel settore sanitario.

Sono ancora molte le sfide che il Paese deve affrontare, ma grazie anche alla cooperazione internazionale alcuni importanti obiettivi sono stati raggiunti. Questo tipo di collaborazione a lungo termine ha contribuito, per esempio, a introdurre il modello del medico di famiglia. Nell’arco di vent’anni la DSC ha investito circa 44 milioni CHF in 12 progetti in settori specifici, come la formazione medica, agendo su vari fronti per aiutare il Governo tagiko a rafforzare il suo sistema sanitario. All’interno delle istituzioni sanitarie, per esempio, sono stati avviati programmi finalizzati a promuovere servizi integrati e più centrati sui bisogni delle e dei pazienti. A livello normativo è stata poi sostenuta l’elaborazione di nuove leggi per promuovere la pratica della medicina generale e regolamentare il lavoro dei medici di famiglia.

Un ruolo chiave lo hanno svolto gli interventi nel settore della formazione (universitaria, post-universitaria e continua). I progetti sono stati realizzati e guidati da professionisti della salute svizzeri e tagiki.

Riforma del sistema sanitario in Tagikistan: il valore aggiunto della formazione

Dopo il crollo dell’Unione Sovietica nel 1991, per il Tagikistan si è aperta una fase di transizione. Il Paese, che ha oggi una popolazione di circa 9,5 milioni di persone, ha dovuto affrontare grandi sfide, in particolare nella riforma del suo sistema sanitario. All’epoca dell’Unione Sovietica esisteva già un sistema sanitario: in ogni villaggio c’erano uno o più «punti di riferimento» con almeno una levatrice e un «Feldscher» – parola russa di origine tedesca che indica il personale medico altamente qualificato, responsabile dell’assistenza di base. Quando però il pagamento degli stipendi di queste persone non è stato più assicurato, molte sono emigrate, in particolare in Russia, o hanno cambiato professione. Anche la guerra civile (1992-1997) e il deterioramento del livello di istruzione universitaria hanno incentivato questo esodo. Il sistema inoltre non era riconosciuto dalla comunità internazionale. Ecco perché, in collaborazione con il Governo tagiko, proprio i rappresentanti della comunità internazionale hanno definito una strategia volta a introdurre, entro il 2020, un sistema sanitario fondato sulla medicina generale, all’inizio completamente sconosciuto alla popolazione locale.

Nel contesto del progetto «Medical Education Reform», diretto dal Ministero della sanità pubblica tagiko, la DSC si è rivolta a istituzioni svizzere competenti in questo campo, come l’Istituto svizzero di medicina tropicale e di salute pubblica (Swiss TPH), per sviluppare un partenariato e sostenere la riforma del sistema formativo di medici e infermieri di medicina generale. Esperti ed esperte del settore hanno quindi lavorato a stretto contatto instaurando una relazione professionale fondata sulla fiducia reciproca. Una simile rete di condivisione delle conoscenze viene rafforzata dall’impegno di tutte le persone coinvolte, che si adoperano attivamente per introdurre nuovi approcci, pratiche e metodologie. Per la DSC lavorare insieme su cambiamenti sistemici è un fattore chiave per rendere più durature e sostenibili le riforme.

Due infermiere misurano la pressione di una paziente seduta su una sedia.

Linea diretta tra medici di famiglia

Renato Galeazzi, ex primario di medicina interna all’Ospedale cantonale di San Gallo, è uno di questi esperti. Dopo il pensionamento si è dedicato interamente al suo lavoro di consulente per il Tagikistan ed è stato incaricato di valutare la qualità del progetto di riforma. Corpo docente, personale medico e paramedico, praticanti, studenti e studentesse: lo scambio avveniva a più livelli e permetteva di confrontarsi su diagnosi, interazione con i e le pazienti e organizzazione del lavoro. La comprensione linguistica, il modo di lavorare e le aspettative riposte nella cooperazione internazionale sono tutti aspetti fondamentali, secondo il dottor Galeazzi, che vanno presi in considerazione, in una situazione come questa, per «sviluppare con il tempo la fiducia reciproca e trovare un linguaggio comune».

In una sala con numerosi schermi, il personale medico lavora al computer.

Collaborazione tra professionisti

Professore di medicina internazionale e umanitaria presso gli Ospedali universitari di Ginevra (HUG), Louis Loutan ha lavorato per molti anni in Tagikistan e soprattutto in Kirghizistan, un Paese che ha una storia analoga a quella tagika anche dal punto di vista dei programmi di cooperazione nel settore della sanità, dove ha diretto un progetto di riforma della formazione medica. Secondo il professore il punto di forza del programma – oltre alle riforme strutturali – era proprio il dialogo tra professionisti e professioniste del settore: «Facciamo lo stesso mestiere e dobbiamo affrontare gli stessi problemi, anche se in contesti differenti», spiega Loutan.

Cooperazione internazionale

La cooperazione internazionale della Svizzera (CI) si fonda sulla Strategia di politica estera (SPE) della Confederazione e si prefigge di combattere la povertà nei Paesi in via di sviluppo e di contribuire al loro sviluppo sostenibile. La salute è un fattore essenziale dello sviluppo: l’azione della DSC nel campo della salute mette in primo piano il rafforzamento dei sistemi sanitari, la lotta contro le malattie trasmissibili e non trasmissibili e il miglioramento della salute sessuale, riproduttiva, materna, neonatale e infantile.

Contatto

Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC)
Eichenweg 5
3003 Berna