Contributi ai partner umanitari nel Territorio palestinese occupato
Dopo 21 mesi di guerra, i beni di prima necessità in tutta la Striscia di Gaza scarseggiano e il rischio di carestia aumenta di giorno in giorno. Le crescenti violenze e gli sfollamenti forzati stanno mettendo a dura prova anche la popolazione della Cisgiordania. Per questo motivo, la DSC continua a collaborare con organizzazioni umanitarie partner per rispondere ai bisogni urgenti della popolazione civile in tutto il territorio palestinese occupato.

L’attuale sistema dell’aiuto umanitario, definito sulla base di esigenze e principi, deve essere rafforzato al più presto in modo tale da poter essere pienamente funzionale nell’intero Territorio palestinese occupato. Nel maggio del 2025 il Consiglio federale ha stanziato 9 milioni di franchi a favore di quattro organizzazioni partner presenti nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania: l’UNICEF, il PAM, l’OMS e il PRCS.
- Il Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia (UNICEF) permette ad ampie fasce di popolazione – tra cui circa 600 000 bambine e bambini – di accedere all’acqua potabile, misura regolarmente lo stato nutrizionale dei minori e distribuisce integratori alimentari alle persone bisognose. Quest’anno, in Cisgiordania, ha messo a disposizione cloro per il trattamento dell’acqua potabile, di cui hanno già beneficiato circa 500 000 abitanti. L’UNICEF fornisce anche sostegno psicosociale a diverse migliaia di persone.
- Il Programma alimentare mondiale (PAM) ha ripreso le distribuzioni di generi alimentari nel giugno del 2025, seppure in maniera limitata, sfruttando l’allentamento del blocco totale della Striscia di Gaza e aiutando così oltre 5000 famiglie, circa 100 000 bambine e bambini sotto i cinque anni e madri che allattano. Nello stesso mese, in Cisgiordania, il PAM ha sostenuto oltre 200 000 persone con buoni pasto e aiuti finanziari.
- L’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) è una colonna portante del settore sanitario. Da metà marzo, grazie al suo materiale medico, ha consentito oltre 1,7 milioni di trattamenti e interventi chirurgici nella Striscia di Gaza. Team mobili svolgono un lavoro essenziale nella realizzazione di operazioni mediche, nella gestione delle emergenze e nella cura delle malattie trasmissibili. Inoltre, l’OMS sostiene sette ospedali della Cisgiordania e il Ministero della sanità palestinese, alle prese con problemi di approvvigionamento e carenza di personale.
- La Mezzaluna Rossa Palestinese (PRCS) fornisce un aiuto umanitario ad ampio raggio nell’intero Territorio palestinese occupato e grazie alla sua flotta di ambulanze è tra gli attori in grado di prestare primo soccorso. Fornisce aiuti di emergenza a decine di migliaia di persone in campi profughi e centri sanitari, offre sostegno psicosociale e distribuisce beni di prima necessità e per l’igiene.
Oltre ai 9 milioni di franchi, nel 2025 la Svizzera ha già erogato 12 milioni di franchi ad altri partner umanitari attivi nel Territorio palestinese occupato, tra cui il Comitato internazionale della Croce Rossa (CICR) e varie ONG nazionali, e 11 milioni di franchi per sostenere le attività dell’Agenzia ONU per i rifugiati palestinesi (UNRWA) nei Paesi confinanti e l’attuazione delle raccomandazioni formulate nel rapporto Colonna.
Queste organizzazioni e altri attori umanitari, in particolare l’ONU e le sue organizzazioni partner, devono poter svolgere il loro lavoro senza restrizioni e in sicurezza, cosicché i beni e i servizi umanitari possano raggiungere l’intera popolazione bisognosa senza discriminazioni o rischi.
Promozione del dialogo
La Svizzera è convinta che solo una soluzione a due Stati, negoziata da entrambe le parti secondo il diritto internazionale e i parametri concordati a livello internazionale, possa portare a una pace duratura tra Israeliani e Palestinesi. A tal fine ci vuole apertura al dialogo e, a lungo termine, anche alla riconciliazione reciproca. La Confederazione sostiene le organizzazioni che promuovono il dibattito sul futuro della coesistenza pacifica e le riforme necessarie dell’Autorità nazionale palestinese. Considerati i traumi che il conflitto in corso sta lasciando in tutte le comunità, gli sforzi della Divisione Pace e diritti umani (DPDU) del DFAE si concentreranno sul coinvolgimento delle giovani generazioni e sulla partecipazione delle donne come pure sulla protezione dello spazio civico nella regione quali fondamenti di un futuro riavvicinamento di tutti i gruppi sociali.
In virtù del diritto internazionale umanitario, la Svizzera chiede a Israele, in quanto potenza occupante, di garantire subito un accesso umanitario sufficiente, in condizioni di sicurezza e senza ostacoli, attraverso tutti i valichi di frontiera della Striscia di Gaza. Inoltre continua a chiedere un cessate il fuoco immediato, il rilascio incondizionato di tutti gli ostaggi e il pieno rispetto del diritto internazionale umanitario da parte di tutti.
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