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Comunicati stampaPubblicato il 15 ottobre 2025

Quando lo sviluppo garantisce protezione: la CI e la sicurezza della Svizzera

La Geneva Peace Week 2025 si interroga sul significato di sicurezza oggi. La cooperazione internazionale (CI) risponde in sordina, ma con efficacia: riduce i rischi, rafforza la resilienza e favorisce istituzioni affidabili. Tre esempi mostrano come ciò si rifletta nella vita quotidiana: nelle zone un tempo sotto il controllo delle FARC in Colombia, nei circoli femminili in Mali e nell’ambito della gestione transfrontaliera dell’acqua nell’Asia centrale (iniziativa «Blue Peace»).

Un lavoro impegnativo: Leav Path bonifica ogni giorno da 1 a 40 metri quadrati di terreni minati.

La sicurezza aumenta quando i rischi diminuiscono

La sicurezza fa parte della vita quotidiana: è la possibilità per bambine e bambini di frequentare la scuola, per un villaggio di ripristinare l’acqua potabile dopo una tempesta, per le autorità di lavorare in modo affidabile e per le comunità di risolvere i conflitti senza ricorrere alla violenza. È proprio qui che entra in gioco la CI: riduce i rischi, rafforza la resilienza e migliora il buongoverno, diventando quindi rilevante per la sicurezza. Ciò vale anche per la Svizzera. Questo concetto ampio di sicurezza è stato integrato da anni nella politica estera svizzera: sviluppo, aiuto umanitario e approcci di promozione della pace si completano a vicenda e riducono le vulnerabilità in un mondo interconnesso.

La prevenzione non è un atto singolo di grande impatto, bensì un insieme di misure coerenti: sviluppare istituzioni locali, consentire l’accesso alla giustizia, rafforzare le amministrazioni comunali, creare prospettive economiche. La Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC) combina l’aiuto umanitario, la cooperazione allo sviluppo e gli approcci di promozione della pace in modo pratico e in linea con le esigenze in loco. In questo modo aumentano i margini di manovra per i servizi pubblici, per il dialogo, per le fonti di reddito e per la protezione. Migliorando queste condizioni si riduce il rischio di escalation delle crisi.

Vediamo come ciò funziona nella pratica prendendo l’esempio della Colombia. Nelle regioni un tempo pesantemente colpite dal conflitto, la Svizzera, insieme al Governo colombiano, alle Nazioni Unite e ad altri donatori, sostiene progetti che radicano l’accordo di pace concluso nel 2016 nella vita quotidiana della popolazione: reintegrazione degli ex combattenti, rafforzamento delle istituzioni locali, sviluppo rurale e infrastrutture sociali, con procedure trasparenti e la partecipazione attiva della popolazione. Le sfide sono reali: debole presenza dello Stato, ostacoli burocratici, questioni fondiarie e ambientali, rischi per la sicurezza di funzionarie e funzionari locali. È proprio qui che la cooperazione crea le condizioni propizie affinché le comunità diventino più stabili e le cause dei conflitti perdano importanza.

Un secondo esempio ci porta in Mali, dove donne provenienti da tutte le regioni del Paese si riuniscono nei «Circoli di pace», spazi protetti in cui si condividono le esperienze, si affrontano i conflitti in modo non violento e si sperimentano nuovi ruoli. Dal 2015 sono stati organizzati più di 200 circoli di questo tipo; oltre 3000 donne hanno così potuto acquisire conoscenze, rafforzare la fiducia in sé stesse e partecipare alle decisioni, difendendo le loro istanze nei processi locali e nazionali, sostenendo le persone vittime di violenza e fungendo da ponte tra le loro comunità. Vengono così rafforzate la coesione sociale e la resistenza alle crisi.

L’acqua è un fattore di sicurezza in molte regioni del mondo. Quando i volumi di deflusso fluviale diminuiscono e la domanda di acqua aumenta, crescono le tensioni tra gli Stati rivieraschi a monte e a valle, nonché tra attività agricole, economie domestiche e fabbisogno energetico. È qui che si inserisce l’iniziativa «Blue Peace»: i Paesi pianificano insieme, condividono i dati e costruiscono la fiducia attraverso l’acqua, tema che unisce.

Perché è importante per la Svizzera? Perché le regressioni su scala globale – violenza armata, sfollamenti forzati e pericoli naturali – minacciano la stabilità di intere regioni. Migliori sono la protezione, le prospettive e il funzionamento delle istituzioni locali, minore è il rischio di nuove spirali di violenza e di movimenti migratori su ampia scala. Ciò è in linea con la tradizione umanitaria della Svizzera e con il suo interesse a garantire un ordine affidabile basato su regole. La cooperazione internazionale è a tal fine uno strumento efficace e complementare, dall’impatto quasi impercettibile, ma tangibile, nella vita quotidiana delle persone.

Prospettive

La sicurezza cresce quando i bisogni primari sono soddisfatti: condutture dell’acqua funzionanti, scuole sempre aperte, autorità che rilasciano i documenti d’identità, spazi di dialogo che creano fiducia. La DSC continua quindi a puntare sulla prevenzione con progetti concreti: buongoverno solido, partecipazione più inclusiva, migliori servizi di base, opportunità economiche per giovani e donne. Laddove la situazione lo richiede, l’aiuto umanitario, la cooperazione allo sviluppo e gli approcci di promozione della pace vengono combinati in modo mirato. In questo modo si riducono i rischi e la resilienza aumenta gradualmente.

Comunicazione DFAE